MARCO POLO, 78

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di Francesco Saporito

Edizioni PUNGITOPO

I proventi di questo libro sono destinati alla ricerca sulla SLA.

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«[...] molte delle poesie contenute in questo piccolo libro hanno un legame con uno strumento di scrittura particolare. Si chiama Etran. È un foglio di plastica trasparente, con le varie lettere dell'alfabeto raggruppate in 4 quadranti, normalmente utilizzato dalle persone affette da malattie che impediscono il movimento degli arti e la comunicazione vocale. [...] Con l'Etran Francesco compone. I suoi occhi scorrono veloci, si sgranano, si concentrano sulla sequenza di lettere, fino a formare parole, poi frasi, poi intere poesie. [...] In esse [...] della sua malattia [...] non c'è traccia di lamento, di insofferenza, di disfatta. [...] C'è la vita, dentro quelle parole e dentro il loro docile comporsi in versi. C'è il ricordo del passato, [...]. C'è l'amore, quello donato e quello accolto [...]. Niente rimane fuori, della vita passata e di quella presente, della bellezza struggente dei luoghi visti, delle cose fatte, dei desideri insperati eppure sempre presenti».
(dalla prefazione di Alessandro Greco)

Francesco Saporito (Patti, 1971) vive da sempre nel suo paese natale, dove esercita la professione di commercialista e revisore contabile. Nell'ottobre del 2013 scopre di essere malato di SLA, una terribile malattia neurodegenerativa per la quale al momento non esiste una cura efficace. È una notizia che toglie il fiato, che cambia la vita in un istante. Da quel momento tutto appare diverso e tutto scorre più lentamente. Francesco trova la forza e la voglia di esprimere quello che ha già dentro di sé. Riosserva il mondo che lo circonda: i paesaggi, gli odori, i colori e soprattutto le persone che lo amano. Francesco è un fiume in piena, le parole escono rapide e continue e le mani sapienti di chi lo circonda le fissano su fogli sparsi qua e là. Francesco, che si è scoperto poeta (ha già pubblicato, nel 2016 con la Pungitopo, Sla...nci, un'altra raccolta di poesie) ha deciso di condividere ancora questo suo dono.